Il canto di Didone

didone

di Maria Rosaria Omaggio
voce recitante Maria Rosaria Omaggio
pianoforte Leonora Baldelli
soprano Paola Quagliata
cori Corale Marietta Alboni
diretto dal Maestro Marcello Marini
link rappresentazione

Ogni donna può riconoscersi eternamente
regina e schiava del suo Enea


Va in scena la storia di una donna abbandonata, archetipo femminile eterno della struggente e appassionata reazione alla fine di una storia d’amore. Didone, ovvero “donna virile”, la combattiva regina Elissa, profuga in terra straniera, cantata da Virgilio e Ovidio, è l’eroina alla quale l’attrice Maria Rosaria Omaggio dedica il Recital in concerto dal titolo Il canto di Didone.

Didone deve certamente la propria fama alla sublime arte di Virgilio, che le ha dedicato il IV libro dell’Eneide, e alla penna graffiante di Ovidio, uno dei maggiori esperti del sentimento amoroso. La potente e autorevole regina, remissiva, supplicante, carica di sentimento materno e eros perfetto, si materializza sulla scena attraverso un prezioso percorso recitato tratto dall’Epistola VII delle Heroides di Ovidio, dall’Eneide di Virgilio con i versi di Annibal Caro e dai Cori descrittivi di stati d’animo di Didone di Giuseppe Ungaretti. Il testo, articolato con cori e cantate, è costruito in melologo, ovvero tutto su musiche scelte da opere di compositori che si sono ispirati al mito di Didone: Albrici, Clementi, Dowland, Liszt, Benedetto Marcello, Mozart, Purcell, Schubert, Rossini, Traetta. Le esecuzioni sono a cura di Leonora Baldelli (Pianoforte), Paola Quagliata (Soprano) e del coro Corale Marietta Alboni diretto dal Maestro Marcello Marini (disponibile da un min. di 8 a un max di 20 elementi). È possibile, trattandosi di cori lirici, anche utilizzare un coro locale. Pur nel rispetto dei testi latini e di una scelta musicale, tanto accurata quanto faticosa da reperire perché raramente eseguita, la Omaggio ha affrontato la traduzione da Ovidio per attualizzarne il linguaggio, lasciando solo ai versi di Annibal Caro per l’Eneide e a quelli cantati l’antico suono, così da evidenziare l’archetipo femminile senza tempo.

Canto-di-Didone-web2Didone è una figura della mitologia romana, che la identifica con Elissa regina di Tiro, fondatrice di Cartagine. S’innamorò di Enea e, disperata di vederlo partire, si uccise (circa 840-760 a.C.).

“Il desiderio di ripercorrere teatralmente il mito di Didone con un Recital in concerto” – afferma Maria Rosaria Omaggio – “scaturisce da una doppia esigenza: il bisogno di approfondire l’animo femminile e soprattutto dalla convinzione che la memoria delle nostre tradizioni, la cui trasmissione è facilitata sotto forma di spettacolo, possa contribuire a restituire al nostro bel Paese il meritato, quanto trascurato, attributo di culla della cultura occidentale”. “Ho inserito in apertura e chiusura” – prosegue la Omaggio – “i versi di Giuseppe Ungaretti, non solo a prova del perdurare dell’interesse su Didone, ma anche come segno di gratitudine al poeta che ha contribuito nella mia infanzia a stimolare, attraverso la televisione, l’amore verso i classici e la poesia”.

Il luogo dell’anteprima, concesso dal Comune di Roma, è stato davvero evocativo: sui pannelli del fronte occidentale dell’Ara Pacis sono infatti rappresentati, oltre la lupa con i gemelli, Enea e suo figlio Julo Ascanio, da cui prende il nome la famiglia di Augusto, la gens Julia. Lo spettacolo ha inaugurato a Tivoli, con un suggestivo allestimento di un palco a fior d’acqua all’interno della Fontana dell’Ovato, la IV edizione dei “Jeux d’Art á Villa d’Este” e ha riaperto l’Antro delle Sorti di Palestrina. Ideale la “Grotta dei cervi”, dove sbarcò Enea.

L’abito di Maria Rosaria Omaggio è una creazione di Fausto Sarli: una tunica di crepe nero come la collina di terra nera con uno squarcio grafico bianco simbolo di speranza e una sciarpa rosso sangue. In scena, oltre leggii e sedie, è possibile inserire sculture o elementi di un artista locale, che simbolicamente riportino alle presenze di Didone ed Enea. Il mare, gli scogli e la luna sono l’ambientazione naturale di cui si narra.

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