Me Dea

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SUTRI, 31 Luglio 2015

(Newtuscia) – SUTRI – Una Medea in scena all’anfiteatro di Sutri appassionata ed emozionante. A renderla tale, a darle vita lei: Maria Rosaria Omaggio.
Il passato che si fonde e trae vita nel presente per proiettarsi nel futuro, davanti ad un pubblico entusiasta che applaude
un’attrice semplicemente divina.
Diretta da Maurizio Donadoni, attore con lei, la signora Omaggio interpreta una Medea che vibra, che avvolge i presenti tra il tufo dello splendido anfiteatro, perla della Tuscia, in un’opera classica completamente ribaltata, dove l’amore miete più vittime di un bombardamento.
Diretta da Maurizio Donadoni, attore con lei, la signora Omaggio interpreta una Medea che vibra, che avvolge i presenti tra il tufo dello splendido anfiteatro, perla della Tuscia, in un’opera classica completamente ribaltata, dove l’amore miete più vittime di un bombardamento. (Laura Ciulli)

Il-Tempo-web

Il Tempo, 31 Luglio 2015
Ha come sottotitolo “Variazione sul mito. Lo spettacolo Me Dea di Maurizio Donadoni, protagonista insieme a Maria ‘Rosaria Omaggio e Hal Yamanouchi con scene di Miae Kim, costumi di Annalisa DI Piero, che sarà stasera nella suggestiva cornice di tufo dell’Anfiteatro di Sutri e domani nell’area archeologica romana di Malborghetto.  Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene qui ribaltato, evidenziando come più esasperati siano oggi i legami di coppia. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Sono proposti due mondi inconciliabili contrapponendo carnefice e vittima. Medea tiene fede a se stessa ed è lei ad esere uccisa insieme ai figli, da Giasone l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state una mera scelta opportunistica. Medea apparirà spettrale monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone vivrà un’altra versione dei fatti, meno eroi ca di un uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo sopprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. ll rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è allora metafora del teatro, pianta che si nutre di presente. tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo dìritto a esìstere. nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. E’ una forma di teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller”dei grigliati Stradali con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La Musica è eco della Georgia. nome attuale dell’antica Colchide. (Tibeita De Matteis )

FVL_2261_mr-webGiornale di Basilicata,  3 agosto 2015
«…vano dunque… donna… il sopportare… il patire… piango per la tua miseria… ferita a morte… ah, non più d’armi… parlate… di guerre… non d’eroiche imprese… è l’amore… il pericolo… l’amore… l’impresa più difficile…» Medea e Giasone, tra i grandi personaggi emblematici dei rapporti complicati che intercorrono tra generi, sono quelli che dibattono la questione più a fondo e duramente, ponendo interrogativi inquietanti dall’inizio del teatro. Quanto tramandato dal mito classico viene ribaltato in Me Dea, evidenziando quanto ancora più esasperati siano oggi i rapporti tra i generi. Gli esiti tragici di tante relazioni coniugali, che riempiono le cronache dei media, ne sono una prova: l’amore uccide più della guerra. Lo spettacolo mette in scena due mondi inconciliabili, contrapponendo carnefice e vittima. Medea non fa eccezione: è la vittima che tiene fede a se stessa, resistendo fino allo stremo delle forze. In questa riscrittura è lei ad essere uccisa, insieme ai figli, da Giasone, l’uomo che l’aveva illusa. Le promesse di Giasone per Medea avevano valore di un patto assoluto, mentre per lui erano state la mera scelta opportunistica per scampare alle circostanze avverse. Medea tornerà in scena spettrale, monito e denuncia della violenza insita nei rapporti umani, fomentata dall’insensibilità degli dei. Giasone si troverà così a dover controbattere un’altra versione dei fatti, meno eroica, di uomo che ha ucciso moglie e figli nel tentativo di liberarsi da uno scomodo e opprimente passato. Ultima inutile recita, nell’ultima replica della vita per il falso eroe. Il rottame della nave Argo, simbolo del rottame umano, segnerà la sua fine. Me Dea è metafora del teatro, pianta che si nutre di presente, tende al futuro, pur avendo radici nel passato. Difende il suo diritto ad esistere, nella semplice naturalezza di un incontro tra esseri umani. Un teatro essenziale, aspro, realizzato col “keller” dei grigliati stradali, con gli scarti delle discariche abusive e costumi senza tempo, a simboleggiare l’eternità del Mito. La musica è eco della Georgia, nome attuale dell’antica Colchide.