Zang Tumb Tumb

locandina-zang-tumb-tumbVibrazioni vocali Maria Rosaria Omaggio
Impressioni ritmiche Livio Matrone 
Sintesi scenica Enrico Maria Lamanna
Nastro magnetico e Musica virtuale Roberto Rosi
Disegno luci Augusto Canu
Movimenti coreografici Daria Benedetti
Costumi Rosalba Stamatopoulos
Fonica Alfredo Sebastiano
Foto Riccardo Bergamini
Video Zang Tumb Tumb
PRESS

ZANG TUMB TUMB – FuturismOggi: Spettacolo concerto di teatro magnetico, ispirato nel titolo ad una celebre composizione di Marinetti e caratterizzato dalle performance vocali e interpretative di Maria Rosaria Omaggio delle parole in libertà, sostenute dal ritmo e dai suoni del percussionista Livio Matrone, talvolta su basi d’epoca restaurate, ricostruisce con l’ausilio delle tecniche di oggi l’atmosfera magica del Teatro Magnetico. Fu ideato da Prampolini, con Casavola e Marinetti, venne realizzato a Roma, presso il Teatro degli Indipendenti negli anni ‘20 e, da allora, mai più riproposto. “…vedremo così le dinamiche architetture della scena emanare incandescenze cromatiche che, inerpicandosi tragicamente o voluttuosamente esibendosi, desteranno nello spettatore nuove sensazioni, nuovi valori emotivi. Guizzi e forme luminose (prodotte da correnti elettriche + gas colorati) si divincoleranno contorcendosi dinamicamente.” (Enrico Prampolini) L’elemento primigenio della musica è il ritmo e con esso la voce. Un fluido che corre libero, organizzato solo dall’ispirazione dell’artista, che riceve e trasmette energia. Tutto è suono e luce: così la voce sibila, ulula, romba e si accorda con i ritmi delle percussioni in un gioco sonoro senza confini, sostenuto dalla presenza efficace di un nastro magnetico preregistrato con rumori ed effetti altamente tecnologici, ma anche fedeli alle suggestioni della natura; lazang-tumb-tumb1 luce si scinde nei colori dell’iride, espandendosi fino in sala e ricomponendosi in geometrie perfette e simboliche. I dipinti e le “parolibere” scivolano dal palco fino a sfiorare gli spettatori. “Lo spettacolo sarà un rito meccanico dell’eterna trascendenza della materia, una rivelazione magica di mistero spirituale e scientifico. Una sintesi panoramica dell’azione, intesa come rito mistico del dinamismo spirituale. Un centro di astrazione spirituale per la nuova religione dell’avvenire.” (Enrico Prampolini) Questo istinto ritrovato diede con il Futurismo la possibilità di preparare un terreno culturale incredibilmente attuale e che, forse, alle soglie del terzo millennio, comincia a dare i suoi frutti. I testi dei Marinetti, di Boccioni, Buzzi, Volt, Palazzeschi, Depero, Ginanni e perfino
un inedito Quasimodo del 1917, tracciano un percorso di “vibrazioni”, che va alla scoperta di nuove dimensioni comunicative. L’allestimento, voluto dalla Omaggio e dai suoi preziosi collaboratori, opera una “sintesi scenica”, termine caro al movimento, del rapporto suono-colore, studiato in quegli anni da Kandiskij e Schönberg e, non meno, da Depero e Pratella, a cui si aggiunge l’importanza del movimento, inteso come nuova energia espressiva del corpo, sottolineato dall’abbigliamento. La forte suggestione che si viene a creare con la voce, strumento e parte integrante di unità sonora con la ritmica e la luce, punta a realizzare, con la tecnica odierna dei “motorizzati, dei cambia-colore, di proiezioni su schermi, degli antichi “rumori” puliti al computer e della stereofonia” quell’esperimento di ”guizzi e forme luminose” del Teatro Magnetico. Finalmente senza problematiche dialettiche di lingua o di luogo, ma virtualmente al di là del tempo e dello spazio. Il progetto si propone di far conoscere, dunque, il volto supersensibilistico, ultralogico e surreale del Futurismo, la cui poetica è stata troppo spesso ridotta a semplice esaltazione della modernità e del dinamismo simultaneo e aggressivo.

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